Solidarietà all’attivista arrestato al parco Don Bosco

L’Associazione di Mutuo Soccorso esprime la propria vicinanza e solidarietà all’attivista arrestato nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 al presidio del parco Don Bosco e denuncia il brutale intervento da parte delle forze di polizia, che hanno utilizzato, abusandone, uno strumento pericoloso come il taser, che mai dovrebbe fare parte della dotazione degli agenti.

L’arresto che ne è seguito si è caraterizzato per l’estrema violenza dell’operato degli agenti contro un ragazzo giovanissimo.

Contro gli abusi in divisa.

[Ven 12/4 @Fondo Comini] Liberare Ilaria Salis. Antifascismo contro l’estrema destra europea

Liberare Ilaria Salis.
Antifascismo contro l’estrema destra europea

La persecuzione politica di Ilaria Salis e Gabriele Marchese, la violazione di diritti e libertà fondamentali nel contesto dell’avanzamento dell’ultradestra in un’Europa sempre più razzista e xenofoba

Interverranno:

Leonardo Bianchi
Giornalista e scrittore (@captblicero), si occupa di politica e attualità con particolare attenzione verso abusi di potere ed estremismo. Ultima pubblicazione: “Le prime gocce della tempesta”

Eugenio Losco
Avvocato difensore di Ilaria Salis in Italia

Comitato “Ilaria Salis Libera”

*

Venerdì 12 aprile ore 19.30
Casa di quartiere Fondo Comuini
via Fioravanti 68

Solidarietà a Tpo e Làbas

L’associazione di Mutuo soccorso esprime solidarietà con lə compagnə di Tpo e Làbas colpitə dalla repressione, che pagano per avere portato avanti lotte sociali per la casa, sindacali, antirazziste a antifasciste. Non ci sorprendiamo di fronte all’operato della polizia ma la nostra consapevolezza non deve far tacere la solidarietà che se organizzata e popolare può davvero fare la differenza. I fascisti di ieri e di oggi non ci spaventano, contro la repressione sosteniamoci.

Contro la tortura di stato

Sono diverse settimane che la campagna informativa e di denuncia sollecitata dallo sciopero della fame di Alfredo Cospito si allarga mettendo sotto i riflettori tutto il sistema politico-giuridico-militare e tutte le torsioni del diritto alle quali abbiamo assistito da decenni. L’ emergenzialismo è il sottofondo di una progressiva legislazione d’eccezione e, ancor più, di una discrezionalità nell’applicazione delle norme che permette di regolare i rubinetti della “giustizia” secondo le necessità del governo.

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Nasce il collettivo Impliquées

L’associazione esprime pieno sostegno e vicinanza a questa iniziativa

Le catene uniscono e respingono, imprigionano e connettono. Alcune catene privano della libertà, altre la fondano e curano. Ad alcune siamo costretta nostro malgrado, altre le costruiamo per sopravvivere nella lontananza che ci separa. Ci sono dunque catene che vanno rotte, altre che vanno protette e difese fino all’ultimo respiro.
Siamo un gruppo di attiviste e attivisti coinvolte in passato nelle lotte sociali bolognesi. Ci unisce il profondo legame della solidarietà, ci dividono i chilometri che le nostre vite hanno percorso alla ricerca di un lavoro, di nuovi stimoli politici, di compagna di viaggio da aggiungere e raggiungere. A Bologna eravamo studente, universitari, lavoratore in nero, barista e cameriera, rider e facchino. Continue reading

Ricordo di un grande compagno

Delle sue vicende storiche leggerete sui giornali, noi, qui, lo vogliamo
ricordare per le iniziative comuni in difesa della libertà di espressione e
di azione.

Sante Notarnicola ci ha accompagnato nell’attività di mutuo soccorso
attraverso la sua presenza e l’azione dell’associazione Bianca Guidetti
Serra che ha contribuito a fondare. Un’azione comune nel mondo “dietro le
sbarre”, contro i “decreti sicurezza“, per “facciamoli uscire“. Un’azione
comune per affermare le libertà individuali e collettive come condizione
per l’emancipazione.

Un forte abbraccio solidale da tutte noi alle compagne della Bianca
Guidetti Serra e in particolare a Delia sua compagna, in tutti i sensi,
fino a questi ultimi giorni.

A pugno chiuso

La necessità dell’amnistia sociale

Firmiamo il comunicato che segue con la rete Stop decreti sicurezza e molte altre realtà cittadine.

Sono quasi cinquantaquattromila le persone private della libertà che affollano le carceri italiane. Cinquantaquattromila persone costrette a spartire celle già anguste con migliaia di persone in più rispetto alla loro capienza regolamentare, determinando un sovraffollamento che impone una forzata prossimità e che annulla di fatto il rispetto di quella dignità umana che di diritto dovrebbe competere a chiunque.
In questi giorni in cui un’emergenza sanitaria ci impone il confronto con la vulnerabilità dei nostri corpi, dopo aver vissuto le nostre abitazioni come luoghi di reclusione forzosi, non possiamo non rimettere al centro di un ragionamento politico all’altezza della fase chi vive una vulnerabilità e una reclusione più assoluta e disperante: quella di decine di migliaia di persone il cui diritto alla incolumità e alla salute è stato negato, salvo qualche debole misura scarcerativa applicabile solo ad un numero esiguo di reclusi, dal decreto “Cura Italia”.

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Contro il virus delle montature giudiziarie

Pubblichiamo un comunicato che l’associazione firma insieme a diverse altre realtà collettive cittadine

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Il 13 maggio a Bologna sette compagne e compagni anarchic* sono stati arrestati e altr* cinque sottopost* ad obbligo di dimora con l’accusa assurda di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico.
Si tratta di compagne e compagni che negli ultimi mesi si sono distint* per aver espresso solidarietà ai detenuti e ai loro familiari di fronte ai  14 morti nelle rivolte di marzo, e in un momento in cui le carceri sovraffollate sono diventate immensi focolai di contagio.
Stupefacenti le dichiarazioni della Procura, che giustificano  un’imputazione abnorme sulla base di un unico fatto specifico, il danneggiamento di un ponte ripetitore nel 2018, la cui attribuzione è tutta da dimostrare.

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Facciamoli uscire! Case per i detenuti che possano usufruire del decreto “sfolla carceri”

Il decreto “sfolla carceri” emanato in tutta fretta a seguito delle rivolte prodotte dall’allarme coronavirus non sta dando seguito ai suoi propositi. A parte qualche meritoria iniziativa di solidarietà e il solito s-carico alle famiglie, le istituzioni continuano a non affrontare il problema. Avendo promosso, assieme all’associazione Bianca Guidetti Serra, l’appello “facciamoli uscire” rilanciamo ancora la denuncia dell’indisponibilità delle amministrazioni a dare un segnale di voler affrontare la questione.

Come proposto da Vag61 (12) vi possono essere, qui ed ora, delle soluzioni per dare una prima risposta, per quanto parziale, alle rivendicazioni della popolazione carceraria.

Rivendicazioni che chiedono a gran voce amnistia e indulto. Rivendicazioni che facciamo nostre e sosteniamo con forza. La gran parte dei detenuti sono carcerati per motivi legati all’immigrazione, alle sostanze, alla povertà, alla marginalizzazione prodotta da questo sistema sociale. I dispositivi securitari, non ultimi quelli adottati per far fronte alla pandemia, producono ghetti e lazzaretti. Rompiamo questa gabbia, facciamoli uscire.