Firmiamo il comunicato che segue con la rete Stop decreti sicurezza e molte altre realtà cittadine.
Sono quasi cinquantaquattromila le persone private della libertà che affollano le carceri italiane. Cinquantaquattromila persone costrette a spartire celle già anguste con migliaia di persone in più rispetto alla loro capienza regolamentare, determinando un sovraffollamento che impone una forzata prossimità e che annulla di fatto il rispetto di quella dignità umana che di diritto dovrebbe competere a chiunque.
In questi giorni in cui un’emergenza sanitaria ci impone il confronto con la vulnerabilità dei nostri corpi, dopo aver vissuto le nostre abitazioni come luoghi di reclusione forzosi, non possiamo non rimettere al centro di un ragionamento politico all’altezza della fase chi vive una vulnerabilità e una reclusione più assoluta e disperante: quella di decine di migliaia di persone il cui diritto alla incolumità e alla salute è stato negato, salvo qualche debole misura scarcerativa applicabile solo ad un numero esiguo di reclusi, dal decreto “Cura Italia”.
Pubblichiamo un comunicato che l’associazione firma insieme a diverse altre realtà collettive cittadine
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Il 13 maggio a Bologna sette compagne e compagni anarchic* sono stati arrestati e altr* cinque sottopost* ad obbligo di dimora con l’accusa assurda di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico.
Si tratta di compagne e compagni che negli ultimi mesi si sono distint* per aver espresso solidarietà ai detenuti e ai loro familiari di fronte ai 14 morti nelle rivolte di marzo, e in un momento in cui le carceri sovraffollate sono diventate immensi focolai di contagio.
Stupefacenti le dichiarazioni della Procura, che giustificano un’imputazione abnorme sulla base di un unico fatto specifico, il danneggiamento di un ponte ripetitore nel 2018, la cui attribuzione è tutta da dimostrare.
Il decreto “sfolla carceri” emanato in tutta fretta a seguito delle rivolte prodotte dall’allarme coronavirus non sta dando seguito ai suoi propositi. A parte qualche meritoria iniziativa di solidarietà e il solito s-carico alle famiglie, le istituzioni continuano a non affrontare il problema. Avendo promosso, assieme all’associazione Bianca Guidetti Serra, l’appello “facciamoli uscire” rilanciamo ancora la denuncia dell’indisponibilità delle amministrazioni a dare un segnale di voler affrontare la questione.
Come proposto da Vag61 (1 – 2) vi possono essere, qui ed ora, delle soluzioni per dare una prima risposta, per quanto parziale, alle rivendicazioni della popolazione carceraria.
Rivendicazioni che chiedono a gran voce amnistia e indulto. Rivendicazioni che facciamo nostre e sosteniamo con forza. La gran parte dei detenuti sono carcerati per motivi legati all’immigrazione, alle sostanze, alla povertà, alla marginalizzazione prodotta da questo sistema sociale. I dispositivi securitari, non ultimi quelli adottati per far fronte alla pandemia, producono ghetti e lazzaretti. Rompiamo questa gabbia, facciamoli uscire.
La solidarietà a Vincenzo Vecchi ci sembra doverosa, così come l’appoggio alla campagna per la non estradizione. Campagna che sembra già dare i suoi primi frutti: al momento in cui scriviamo la Corte d’Appello di Rennes, che doveva decidere nel merito della richiesta delle autorità italiane, ha sospeso l’estradizione.
Dal 2012, anno della sentenza definitiva per i fatti del G8 di Genova, in cui diversi compagni sono stati condannati per “devastazione e saccheggio”, sono state diverse le iniziative che abbiamo portato avanti in supporto agli arrestati, insieme a molte realtà bolognesi.
Ribadiamo quindi la solidarietà a Vincenzo e pubblichiamo di seguito l’appello scritto dai compagni francesi. Nel farlo, vogliamo ricordare anche i compagni o ancora in carcere che stanno finendo di scontare la pena e la compagna in semilibertà: anche loro necessitano della nostra solidarietà e del nostro supporto. Ricordiamo che, oltre alla condanna penale, si aggiunge la richiesta di risarcimenti ingenti.
Giovedì 26 settembre 2019 parteciperemo e invitiamo a partecipare all’iniziativa “Vincenzo Libero – Tutt* Liber*” al Parco Autogestito Xm24 (angolo via Fioravanti/via Gobetti)
L’associazione di mutuo soccorso ringrazia di cuore i familiari e tutte e tutti coloro che hanno ricordato il compagno Rocco con donazioni all’associazione.
Rocco è sempre stato vicino e solidale all’attività dell’associazione e più in generale alle compagne e ai compagni colpiti dalla repressione.
Il ricordo di Rocco è vivido e nella nostra attività sappiamo di portare avanti battaglie che sono anche sue.
Sulle pagine nazionali di «Repubblica» del 20 maggio 2018, tal Paolo Griseri, ex giornalista del «Manifesto» noto soprattutto per un’entusiasta agiografia di Marchionne, ha scritto un’astiosa recensione del manualetto di difesa legale Stop al panico! autoprodotto dall’Associazione di Mutuo Soccorso per il diritto di espressione di Bologna. È una prosa pseudoironica che potrebbe vagamente ricordare il riso delle iene nella savana…
L’associazione di Mutuo Soccorso per il diritto di espressione è lieta di annunciare di aver dato alle stampe “Stop al panico!”, la seconda edizione riveduta, aggiornata e ampliata di “Difesa legale, note per una maggiore consapevolezza”.
Polizie e tribunali: istituzioni selettive e discrezionali poste da un ordinamento a garanzia di sé stesso, per natura inclini a essere piegate a fare del dissenso un crimine. Una ricognizione ragionata nelle trame del processo penale, pensata per chi prende parte a manifestazioni di piazza e movimenti dal basso. Nuova edizione aggiornata alle ultime novità legislative con approfondimenti inediti sull’autotutela digitale (in collaborazione con HackMeeting) e sul ruolo delle tecnologie biometriche e genetiche.
– Un socio dell’associazione intervistato sul libro in diretta su Radio Blackout nella trasmissione “Stakka Stakka” del 19 febbraio 2019
La distribuzione online è sul portale indipendente OpenDdb, sia in spedizione sia nei formati ebook epub e mobi.
È inoltre possibile acquistarlo presso:
– Circolo Anarchico Berneri, piazza di porta Santo Stefano 1, Bologna
– Vag61, via Paolo Fabbri 110, Bologna
– Modo Infoshop, via Mascarella 24, Bologna
– Libreria Ubik, via Irnerio 27, Bologna
– Bar Edera, via Masia 14, Bologna
– Circolo Studi Sociali Errico Malatesta, via Fratelli Bandiera 19, Imola (Bologna)
– Libreria Carta Bianca, via Borgo Romano 12, Bazzano (Bologna)
– Cooperativa Diciannove, via Walter Fontan 41, Bussoleno (Torino)
– Libreria “La città del Sole”, via Walter Fontan 4, Bussoleno (Torino)
– Centro studi libertari, via Jaurès 9, Milano
– Libreria47 (csa Magazzino 47), via Industriale 10, Brescia
– La Sobilla, salita San Sepolcro 6/b, Verona
– Circolo libertario E. Zapata, via Pirandello 22, Pordenone
– Ateneo Libertario, Borgo Pinti 50r, Firenze
– Comune Urupia, km 9 strada provinciale Francavilla Fontana, San Marzano di San Giuseppe (Taranto)
– Centro di Cultura Popolare, via G. Dimidri 33, Melpignano (Lecce)
– Info Point No Tap ex Mattatoio, viale Einaudi 3, Melendugno (Lecce)
(in aggiornamento)
Associazione di Mutuo Soccorso per il diritto di espressione
Stop al panico! Sconda edizione riveduta, aggiornata e ampliata di “Difesa legale, note per una maggiore consapevolezza”.
Brossura, 12x17cm, 168 pagine
ISBN: 979-12-200-2889-9 (libro); 979-12-200-2888-2 (ebook)
Copertina: BLU
Disegno in quarta: Zerocalcare
Prefazioni di Supporto legale e Movimento No Tav
Postfazione di Associazione Bianca Guidetti Serra
Opera pubblicata sotto licenza “Creative Commons
Attribution-Non-Commercial-ShareAlike 4.0 International” (CC BY-NC-SA 4.0)
Prezzo: cinque euro
Qualcuno doveva aver calunniato Joseph K. perché senza che avesse fatto nulla di male, una bella mattina lo arrestarono.
Le prime tre righe del romanzo di Franz Kafka Il processo ben inquadrano l’apparente assurdità di un procedimento penale al quale un nostro associato si vede costretto. Un’assurdità che per gli organi inquirenti è in realtà del tutto conseguente ai fini e agli obiettivi che il potere, specialmente nei periodi più bui, si dà: mantenere lo status quo, eliminare le voci di dissenso.
Qualcuno ricorderà il romanzo di Kafka: non si capisce nulla del processo intentato al sig. K., ma questi non può sfuggire al processo, anche se non sa né perché è processato, né chi è il tribunale davanti al quale il processo si svolge.
Siamo stati all’Hackmeeting in Valsusa, presentando in anteprima un capitolo della nuova edizione di Difesa legale, prevista in autunno. Ringraziando per la calorosissima accoglienza e per il grande interesse riscontrato verso le nostre attività, tanto da parte della comunità hacker quanto dal movimento NoTav, condividiamo il comunicato finale dell’iniziativa, che cita anche la nostra partecipazione.
Scriviamo queste righe con l’elicottero che ci ronza sulla testa, a G7 Ambiente ancora in corso. Terrorizzare e reprimere sono le parole che meglio spiegano quanto è avvenuto in questi giorni di giugno 2017 a Bologna. Migliaia di poliziotti, altrettante identificazioni, un numero imprecisato di fermi e di fogli di via preventivi. In base a informazioni di polizia, viene fermato chi arriva in città e la questura ne ordina l’allontanamento. È esattamente quello che faceva il fascismo: in occasione di eventi particolari, come la visita in città del re o di qualche alto gerarca, fermava o allontanava chi era ritenuto “sovversivo” o “pericoloso”.