La risposta migliore alla repressione è la lotta, è essere preparate e conoscere i dispositivi repressivi per aggirarli, combatterli, contro attaccarli.
La crescente criminalizzazione del dissenso, da parte del governo Meloni, si inserisce perfettamente in una lunga tradizione che ha visto ogni esecutivo, di qualsiasi schieramento, contribuire a rafforzare la morsa repressiva.
Potere politico e giudiziario, polizia e sistema mediatico, concorrono sempre di più ad esaltare questa deriva a discapito di ogni tipo di critica sociale, di protesta dal basso, di azione politica alternativa.
Da anni come Associazione di Mutuo Soccorso per il Diritto di Espressione (mutuosoccorso.noblogs.org) ci impegniamo per sostenere concretamente coloro che:
🔳 Operano socialmente e politicamente per affermare spazi di agibilità e libertà
🔳Combattono le politiche capitalistiche (sociali, ambientali, volte allo sfruttamento, alla negazione del diritto e alla speculazione) dei governi di ogni colore
🔳 Lottano contro rigurgiti e provvedimenti discriminatori e xenofobi (fascismo, razzismo, sessismo, segregazionismo)
Lo facciamo principalmente esercitando la solidarietà verso quante e quanti vengono repressi per aver esercitato il diritto di espressione, di protesta, di rivolta.
Ma cerchiamo anche di esercitare un’azione preventiva: evitare, nel limite del possibile, che compagne e compagni cadano banalmente nella rete repressiva.
Essere consapevoli è, per noi, una delle cose più importanti. Consapevolezza non vuole dire timore della repressione ma essere attenti e lucidi in tutte le circostanze.
Qui trattiamo alcuni temi banali per chi partecipa alle diffuse e diverse manifestazioni di protesta: sit-in, presidi, cortei, occupazioni (anche temporanee), raduni.
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