Sono diverse settimane che la campagna informativa e di denuncia sollecitata dallo sciopero della fame di Alfredo Cospito si allarga mettendo sotto i riflettori tutto il sistema politico-giuridico-militare e tutte le torsioni del diritto alle quali abbiamo assistito da decenni. L’ emergenzialismo è il sottofondo di una progressiva legislazione d’eccezione e, ancor più, di una discrezionalità nell’applicazione delle norme che permette di regolare i rubinetti della “giustizia” secondo le necessità del governo.
Rilanciamo volentieri uno degli ultimi appelli diffusi da insigni giuristi e filosofi https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2023/01/07/alfredo-cospito-non-deve-morire/ segnalando nel contempo come queste “anime belle” siano rimaste in silenzio quando le politiche giudiziarie erano amministrate da altri.
Più pertinenti ci sono sembrati altri comunicati e considerazioni, fra le quali segnaliamo:
– https://umanitanova.org/riceviamo-e-pubblichiamo-alfredo-cospito-in-sciopero-della-fame/
– https://www.wumingfoundation.com/giap/2023/01/alfredo-cospito-80-giorni/
In pochi ricordano, poi, che lo sciopero della fame è stato iniziato anche da Anna Beniamino e Juan Sorroche, i quali, anche se non sono sottoposti al regime del 41bis, sono comunque detenuti in regime di alta sorveglianza. Entrambi hanno poi deciso di interrompere lo sciopero.
Ci associamo quindi a quante e quanti stanno agitando la campagna per l’abolizione del regime carcerario a partire dalle sua applicazioni più disumane ma per un completo superamento della legislazione d’eccezione e della discrezionalità con la quale tali norme vengono applicate.
Per la libertà di espressione, di associazione e di manifestazione. Senza giustizia non ci sarà mai pace e insorgere è legittimo contro l’autoritarismo e la prepotenza dei potenti.