– ore 16 Stop al panico!
incontro con avvocat* impegnat* a difendere chi è attiv* nelle lotte sociali
– ore 20 cena di autofinanziamento
– ore 21 Two Hicks One Cityman
live soul tra soul e space rock
– ore 22 Cassonetto Crew
disco-trash-revival
Sabato 1 ottobre 2016
@ Xm24, via Fioravanti 24 – Bolognina
* * *
2006-2016. L’associazione di mutuo soccorso per il diritto di espressione giunge quest’anno al suo decennale e per l’occasione invita tutte e tutti ad una giornata di confronto, dibattito e festa. L’associazione di mutuo soccorso, come da atto costitutivo, “si propone di contrastare i soprusi e le prevaricazioni del sistema giuridico-militare diretto alla repressione dei reati sociali nell’ambito di manifestazioni, picchetti, presidi, scioperi spontanei, occupazioni, volantinaggi, affissioni di manifesti, stampa, diffusione di idee…”. In adesione a questi principi nel corso degli anni abbiamo cercato di dare, nei limiti delle nostre possibilità, la massima solidarietà morale e materiale a chi è stat@ perseguitat@ dai numerosi procedimenti penali, fogli di via e misure cautelari piovuti a Bologna e in provincia.
L’associazione ha svolto – programmaticamente – attività solidale territoriale, nonché altre attività che hanno lo stesso fine sia a livello locale che nazionale o internazionale. Non ci sfugge la necessità di un coordinamento più ampio che abbiamo – in tutti i modi – sollecitato e favorito. Contemporaneamente pensiamo che le sovrastrutture non servano se non nascono dalle necessità e della volontà di base.
Abbiamo fatto pervenire – nel limite delle nostre possibilità – un sostegno solidale ad alcune/i compagne/i colpite dalla repressione per i reati di devastazione e saccheggio a seguito dei fatti di Genova del 2001 e della lotta No-TAV. Perchè lì c’eravamo tutte/i e la loro lotta è la nostra lotta.
Il contesto in cui cade questo decennale indica, tuttavia, che non vi è nulla da festeggiare. Era già noto come Bologna fosse a tutti gli effetti un laboratorio della repressione utilizzata per prevenire i conflitti sociali. Basti pensare ad esempio all’incredibile somma di 3.500 denunce promosse dalla questura a carico di attiviste e attivisti nel solo recente periodo compreso tra il 2009 e il 2013. Processi spesso del tutto inconsistenti e quasi sempre caduti in un nulla di fatto, certo, ma tuttavia promossi in un’ottica consapevolmente “preventiva”: cioè deliberatamente mirati a fungere come deterrente dal compiere ulteriori attività sociali di tipo conflittuale. Un accanimento giudiziario che va sommato ad un atteggiamento costantemente persecutorio e violento inscenato da parte della Digos e dalle forze di polizia in divisa, soprattutto verso i più giovani che si affacciano per le prime volte ai movimenti.
Ma è nell’ultimo anno che anche i numeri raccontano una realtà che, se osservata da lontano, potrebbe far pensare all’esistenza di una vera e propria guerra civile. In soli dodici mesi sono state elargite 500 denunce a carico di attivist* per attività sociali di ogni genere, 25 misure cautelari di natura quasi sempre custodiale, addirittura 19 sgomberi di immobili occupati. Tanto per capirci, molte più denunce di quanto non sia avvenuto per reati come lo spaccio di stupefacenti o per diversi reati contro il patrimonio; molte più energie umane ed economiche di quante non ne siano state impiegate nella lotta alla mafia o alla corruzione. E, soprattutto, un aumento sconsiderato della militarizzazione e dell’uso della violenza da parte delle forze dell’ordine, nelle piazze così come durante i numerosissimi sgomberi: le pubbliche manifestazioni, ormai, sono di fatto regolarmente ostaggio di una surreale strategia della tensione voluta e attuata dalla questura.
Tale eccezionale dispiego di forze nel tentativo di contenere ogni manifestazione di dissenso rappresenta ovviamente un enorme costo a carico della collettività, in termini sia economici che sociali. Quando si parla di fondi per la sicurezza, a Bologna, bisogna sapere che grossa parte di quei fondi già oggi è spesa per il contrasto del “movimento antagonista”. Un costo molto salato che, evidentemente, rappresenta l’ultimo e unico argine che la governance cittadina ha da opporre ad un crescente malessere sociale.
Il tentativo di soffocare sotto la ben nota retorica della legalità qualsiasi fenomeno di conflittualità sociale rappresenta una faccia della stessa medaglia. Man mano che perde credibilità e appeal, come ci dimostrano anche i dati delle ultime elezioni, la politica di palazzo si trincera nelle sue stanze allontanandosi sempre più dai problemi reali delle persone. Diventa così una questione di sopravvivenza cercare di erodere ogni spazio di agibilità politica a chi sceglie di non rassegnarsi al degrado sociale che le politiche dei Merola di turno irrimediabilmente continuano a generare.
Di tutto questo intendiamo parlare nel pomeriggio di sabato 1° ottobre, dalle ore 16:00, presso l’xm 24, invitandovi a partecipare quanto più numerose/i possibile.